Piano di risanamento attestato
Il piano di risanamento attestato è uno strumento negoziale stragiudiziale di regolazione della crisi di impresa a disposizione dell’imprenditore che si trova in stato di crisi o di insolvenza al fine di garantire la continuità aziendale. Mediante tale piano il debitore si propone di raggiungere due importanti risultati, ovvero il risanamento dell’esposizione debitoria dell’impresa e il riequilibrio della situazione finanziaria dell’impresa. Il piano deve essere redatto in forma scritta, deve avere data certa e un contenuto analitico (art 5 lett e) della Legge n.155/2017)
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Accordo di ristrutturazione
L’accordo di ristrutturazione dei debiti (art. 57 d. lgs 14/2019) rappresenta un mezzo di risanamento a cui l’impresa in crisi ricorre per tentare di ridurre l’esposizione debitoria ed assicurare il riequilibrio della situazione finanziaria. Diversamente dagli accordi in esecuzione di piani attestati di risanamento (art. 56 d. lgs 14/2019), l’accordo di ristrutturazione è soggetto all’omologazione del Tribunale. In sintesi si può definire come un accordo formato con un numero di creditori che rappresentino il 60% dei crediti (accordo ordinario) ovvero il 30% (accordo agevolato) o il 75% di crediti omogenei appartenenti alla stessa categoria (accordo esteso) e “certificato” dalla relazione di un professionista abilitato, il quale attesti la veridicità dei dati, nonché l’attuabilità dell’intesa. L’obiettivo dello strumento è il salvataggio dell’impresa, garantendo ai creditori non aderenti l’integrale soddisfazione del credito. Con l’accordo di ristrutturazione è l’imprenditore stesso che continua a dirigere la propria impresa e – su istanza di parte – il suo patrimonio è assistito da alcune tutele (come il blocco delle azioni esecutive e cautelari), per consentirgli di realizzare il risanamento.
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Concordato Minore
A tale Istituto può ricorrere il debitore ( impresa o ente) che si trovi in uno stato di crisi o di insolvenza che vuole tentare di risanare l’impresa mediante la continuità della stessa ovvero la sua liquidazione al fine di soddisfare i creditorii sociali.
Il concordato preventivo si distingue pertanto in:
a seconda delle fonti da cui trae le liquidità per soddisfare i suoi creditori. L’obiettivo è evitare il fallimento. Sono escluse le imprese agricole e le imprese minori che non dimostrino il possesso congiunto dei requisiti di cui all’art, 2 comma 1 lettera d) del Codice della crisi d’impresa.
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Piano del consumatore
Il piano del consumatore è un piano di ristrutturazione dei debiti previsto dalla legge numero 3 del 27 gennaio 2012 (cosiddetta legge “salva suicidi” che permette a coloro che non sono in grado di pagare i debiti contratti, di vivere sereni e ripartire con un carico di debiti compatibili con il proprio reddito o patrimonio attualmente disponibile anche mediante l’esdebitazione.
I beneficiari potenziali sono: i privati consumatori, le imprese non fallibili, le ditte individuali cancellate dalla CCIAA da più di un anno, le start-up innovative, le imprese agricole, le società semplici e le società tra professionisti.
Come vantaggio immediato si ha il divieto ad avviare nuove azioni esecutive da parte dei debitori e il blocco delle procedure esecutive in corso.
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Liquidazioni giudiziali
La liquidazione giudiziale è la procedura introdotta in luogo del fallimento con l’obiettivo di liquidare il patrimonio dell’imprenditore insolvente, dividendo il ricavato tra i creditori sulla base dei crediti vantati. Essa è applicabile agli imprenditori commerciali e può essere aperta qualora l’imprenditore si trovi in stato di insolvenza.
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Accesso al credito ed alle agevolazioni
Spesso la crisi aziendale è una crisi di liquidità. Tale crisi può derivare da una serie di motivazioni. Ad esempio può essere stata generata dalle difficoltà di incassare i crediti, dall’aver finanziato investimenti con fonti derivante dalla gestione corrente o ancor peggio da scarsa redditività del processo produttivo. In ogni caso l’intervento più urgente è sicuramente quello accedere al credito alla ricerca di nuova liquidità. Sappiamo però che l’accesso al credito spesso rappresenta un ostacolo per le piccole e medie imprese. Pertanto, poter contare su professionisti, esperti in questo settore, può essere una discriminate importante per la continuità aziendale. Possono prima di tutto sistemare il bilancio per favorire il merito creditizio, individuare delle forme tecniche più adeguate alle esigenze aziendali, intercettare bandi ed agevolare per finanziare gli investimenti, utilizzare misure straordinarie di settore e di periodo (vedi per esempio i tanti interventi pubblicati in occasione dell’emergenza Covid).
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